All'interno dei resti del forte romano di Vindolanda e del relativo villaggio, situato al confine con la Scozia, nei pressi del vallo di Adriano, sono state ritrovate centinaia di tavolette incise. Tra transizioni commerciali, informazioni militari e lettere personali è stata ritrovato un documento molto curioso: una "verifica" di dettato di uno scolaro del I, II secolo d.C.
Il bimbo doveva scrivere il verso numero 473 del nono libro dell'Eneide (“interea pavidam volitans pinnata per urbem”). Sulla tavoletta è stato trovato scritto:"INTEREA PAVIDAM VOLITANS PINNA TA P VBEM seg".
Nella scrittura dell'allievo è stata omessa la R di URBEM e la preposizione PER può essere stata abbreviata in P. Seguono poi tre o quattro lettere scritte da un’altra mano e in corsivo. Due sono sicuramente “se” a cui può seguire una “g”. Cosa potrebbero significare? L’ipotesi fatta dagli studiosi è che si tratti dell’avverbio “segniter” (pigramente): si tratterebbe quindi del commento del maestro, poco soddisfatto del lavoro dell’allievo.
Insomma, l'incubo dei compiti in classe è una cosa antica!
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