mercoledì 11 aprile 2018

Equipaggiamento di un legionario



La Lorica in una delle sue varianti: Lorica hamata, Lorica squamata, Lorica segmentata, Lorica muscolata. Erano flessibili ma robuste.
uno scudo (decorato solitamente in modo diverso a seconda dell'unità di appartenenza.
un balteus or Cingulum militaris (una cintura per tenere le armi e fare rumore nella marcia)
un elmo, chiamato cassis (con protezioni per il collo e le orecchie). L’elmo poteva avere anche una cresta, che aiutava i soldati ad identificare e seguire in battaglia alcuni sotto-ufficiali e ufficiali.
Il gladius Gladio o spada con una lama di circa 50-55 cm; era l'arma che contraddistingueva il soldato romano.
Il pilum o giavellotto, che aveva la caratteristica di piegarsi all'interno dello scudo nemico, rendendogli così lo scudo non più utilizzabile. In oltre in questo modo il giavellotto non poteva essere riutilizzato dal nemico.
Il pugio, una piccola saga o pugnale agganciato alla cintura “balteus”.
Le Caligae o sandali di legno e cuoio.


       Lorica hamata (cotta di maglia)                   
                         Lorica squamata
       
                         Lorica segmentata 
                         Lorica muscolata 

                                  Scudo


                                     Balteus

                               Gladio


                               Pilum

                           Elmo semplice

                            Elmo crestato







giovedì 5 aprile 2018

Il Dio Mitra (molto adorato tra l'esercito romano)



Le origini del culto mitraico nell'impero romano non sono del tutto chiare e sarebbero state influenzate significativamente dalla scoperta della precessione degli equinozi. Mitra, appunto, sarebbe la potenza celeste capace di causare il fenomeno.

 Si noti come un serpente ed un cane sembrano bere dalla ferita del toro (dalla quale a volte sono rappresentate delle gocce di sangue che stillano); uno scorpione, invece, cerca di ferire i testicoli del toro. Questi animali sono proprio quelli che danno nome alle costellazioni che si trovavano sull'equatore celeste, nei pressi della costellazione del Toro, nel lontano passato ("era del toro"), quando durante l'equinozio di primavera il sole era nella costellazione del toro.
Diverse immagini di Mitra, lasciano supporre che Mitra possa essere stato visto come il dio-creatore all'inizio del tempo, dando vita all’universo. Secondo alcuni storici, il culto di Mitra potrebbe simboleggiare la forza del Sole all'uscita dell'equinozio di primavera dalla costellazione del Toro verso la costellazione dell'Ariete, avvenuta nel XIX secolo a.C. La morte del toro genera la vita e la fecondità dell'universo, il quale essendo pure il segno di Venere, mostra come l'astro con la sua energia, rigenera la natura.
Il culto sembra che permettesse una purificazione/perfezionamento dell'anima attraverso 7 passaggi iniziatici, ognuno rappresentato da un corpo celeste. Tale rito garantiva la sopravvivenza dell'anima dopo la morte, non accettando più le figure degli Dei. Il Mitraismo, come tutte le religioni misteriche, non facevano proseliti, anzi per esservi iscritti si subivano prove ed apprendistato per dimostrare di esserne degni.