Alan Goldsmith, appassionato di storia e vicepresidente dell' associazione turistica dell' Essex, sostiene che quando le legioni imperiali ripassarono la Manica, nel 407 dopo Cristo, lasciarono un contingente di retroguardia a Colchester sotto il comando di un generale di nome Artorius, che per il suo coraggio fu chiamato dalle popolazioni locali re. Camelot, dunque, sarebbe per Goldmith la cittadina di Colchester, la più vecchia della Gran Bretagna, che i romani chiamavano Camulodunum, nome abbastanza simile a Camelot. Vero, falso? Al di là di probabili interessi economici, la teoria di Goldsmith è plausibile. Lo sostiene il professor Ermanno Barisone, che insegna a Genova storia della lingua inglese, esperto in lingua celtica, curatore per l' Utet di una "Storia della civiltà britannica" che uscirà l' anno prossimo. "Non mi pare - spiega Barisone - che si possano negare le teorie di Goldsmith. Sono ipotesi ma non mi sembrano inattendibili. Gli storici sono abbastanza d' accordo nel credere che Artù fosse un leggendario condottiero della Britannia romanizzata, certamente imparentato con le tribù romane, e che sia vissuto nel periodo della fine del dominio romano, che è durato quattrocento anni. Quando, tra il quinto e sesto secolo, i romani vanno via, gli abitanti del luogo, i celti, conoscono il latino, la religione e dunque, all' arrivo degli aggressori normanni, angli e sassoni, meno evoluti, c' è una risposta fortissima all' invasione. Artù fu uno dei capi di quella resistenza celtica contro gli invasori. E per ironia della sorte poi è diventato un mito proprio per quelle popolazioni che aveva combattuto". Che dire invece della dislocazione geografica, Colchester appunto? Scrive Goldmith: "Il sud-est dell' Inghilterra e in particolare l' Essex sono stati grandi centri di potere e commercio nel quinto secolo. Colchester ha molte più probabilità delle altre città di essere stata Camelot". Possibile? "Beh, non è facile dire di no ma direi che la cautela è necessaria. Certo, siamo in un' area impalpabile, di mito o di pseudostoria. Di Artù, infatti, parla per primo lo storico Nennio, nella Historia Britonum dell' ottavo-nono secolo. La mia opinione, studiando la radice celtica del nome, è che Artù, o meglio Artorius o Arturus, fosse un guardiano di orsi perchè Art o Arth vuol dire appunto orso. Dunque, non apparteneva a una famiglia importante.".
Fonte: La Repubblica
lunedì 24 giugno 2019
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