Riporto l'articolo di Repubblica del 5 marzo 2020, scritto da Francesco Consiglio.
LO scontro tra antichi romani e tribù germaniche riecheggia grazie ad uno straordinario ritrovamento avvenuto nella cittadina tedesca di Haltern am See, nei pressi di un’antica fortezza di confine. Durante degli scavi archeologici, lo stagista 19enne Nico Calmund ha scoperto un pugnale completo di fodero e cintura appartenuto ad un legionario romano, che dopo mesi di restauri si è dimostrato essere in condizioni eccezionali tanto da “sembrare nuovo”. Gli scavi sono avvenuti lo scorso aprile e sono stati portati avanti dagli archeologi della Westfalia-Lippe (Lwl) insieme all’Università di Treviri. Il pugnale era inizialmente irriconoscibile a causa dell’accumulo di detriti e dalla corrosione. Ma dopo nove mesi di accurati restauri, gli studiosi della Lwl si sono resi conto dell’importanza del ritrovamento: utilizzando una combinazione di avanzate tecniche di sabbiatura e pulitura, sono gradualmente tornati alla luce i colori originali del pugnale e del suo fodero, decorato con giochi geometrici, argento e intarsi. Lunga poco più di trenta centimetri, l’arma, chiamata all’epoca “pugio”, era legata ad una cintura con la sua custodia e veniva utilizzata dai soldati romani solamente in caso estremo, quando, nella furia del corpo a corpo, i fanti erano obbligati ad affidarsi alla sua maneggevolezza. Il pugio è anche associato alle cospirazioni e agli omicidi più famosi dell’antichità: a Roma il 15 marzo del 44 a.C., Giulio Cesare fu trafitto a morte dai senatori a colpi di pugnale. "La combinazione di lama, fodero e cintura perfettamente conservati”, ha spiegato l’archeologo di Lwl Michael Rind, insieme alle esatte informazioni sul luogo del ritrovamento, “non hanno confronti" con nessun altro ritrovamento. Quello che colpisce e fa discutere è infatti anche la posizione dove è stata ritrovata l’arma, scoperta nei pressi di un antico cimitero romano, all’interno di una fossa. I legionari solitamente non venivano sepolti insieme alle loro armi. Si trattava di un barbaro che combatteva nelle fila dell’esercito romano e che ha voluto essere sepolto con le proprie armi? O forse, ipotesi ancora più affascinante, il soldato è stato seppellito in fretta dopo una rovinosa battaglia?
Ed il fatto che l’arma ritrovata sembra venire proprio dall’epoca dell’imperatore Augusto (al potere fino al 14 d.C.), infittisce le trame. Gli oggetti ritrovati potrebbero appartenere proprio ad uno dei legionari dell’esercito di Publio Quintilio Varo che si sono scontrati contro le tribù germaniche guidate da Arminio. Nella foresta di Teutoburgo nel 9 d.C., i barbari tesero un’imboscata ai legionari ed inflissero una delle peggiori sconfitte della storia di Roma. Giunta la notizia della disfatta, racconta Sventonio, Augusto perse il controllo, si lasciò crescere barba e capelli e considerò quell’amara sconfitta come un lutto. Mentre per Roma quel giorno significò la fine dell’espansione nel territorio dell’odierna Germania.
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