domenica 24 settembre 2023

The roman army refrigerator

 

The location of the roman fort of Novae, in Bulgaria 

The reconstruction of the fort

It is the year 45 AD, the Legio VIII Augusta, once the Thracians were defeated, established the permanent fort of Novae in the northern part of today's Bulgaria to guard the lower Danube area.
It's summer, the First Pilus (the highest ranking centurion) dreams of a glass of cold wine. He calls an attendant and orders him to fetch him some fresh wine from the fridge.

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This is what could have happened in the far past in this place; yes because a team of archaeologists has found a primitive version of a refrigerator.
In one of the "rooms" of the barracks, a container of ceramic plates was found around a lead pipe through which the cold water from the well flowed, inside which the remains of crockery and food were found. This container, suitably insulated from the outside, was then cooled inside by the passage of cold water inside the pipe.

Writing test by ancient roman boy

Hundreds of engraved tablets have been found within the remains of the Roman fort of Vindolanda and its village, located on the border with Scotland, near Hadrian's Wall. Among commercial transactions, military information and personal letters, a very curious document was found: a dictation "test" of a schoolboy from the 1st, 2nd century AD. 

The child had to write the verse number 473 of the ninth book of the Aeneid (“interea pavidam volitans pinnata per urbem”). On the tablet was found written: "INTEREA PAVIDAM VOLITANS PINNA TA P VBEM seg". 

In the student's writing the R of URBEM has been omitted and the preposition PER may have been abbreviated to P. Then follow three or four letters written by another hand and in italics. Two are definitely "se" which can be followed by a "g". What could they mean? The hypothesis made by historians is that it is the adverb "signiter" (lazily): it would therefore be the comment of the teacher, who was not very satisfied with the student's work.

The nightmare of school test is an ancient thing!

sabato 23 settembre 2023

Un esercizio di scrittura di un bambino romano

All'interno dei resti del forte romano di Vindolanda e del relativo villaggio, situato al confine con la Scozia, nei pressi del vallo di Adriano, sono state ritrovate centinaia di tavolette incise. Tra transizioni commerciali, informazioni militari e lettere personali è stata ritrovato un documento molto curioso: una "verifica" di dettato di uno scolaro del I, II secolo d.C.

Il bimbo doveva scrivere il verso numero 473 del nono libro dell'Eneide (“interea pavidam volitans pinnata per urbem”). Sulla tavoletta è stato trovato scritto:"INTEREA PAVIDAM VOLITANS PINNA TA P VBEM seg". 

Nella scrittura dell'allievo è stata omessa la R di URBEM e la preposizione PER può essere stata abbreviata in P. Seguono poi tre o quattro lettere scritte da un’altra mano e in corsivo. Due sono sicuramente “se” a cui può seguire una “g”. Cosa potrebbero significare? L’ipotesi fatta dagli studiosi è che si tratti dell’avverbio “segniter” (pigramente): si tratterebbe quindi del commento del maestro, poco soddisfatto del lavoro dell’allievo. 

Insomma, l'incubo dei compiti in classe è una cosa antica!

giovedì 21 settembre 2023

Il frigorifero dei legionari romani

 

La localizzazione della fortezza romana di Novae in Bulgaria
La posizione della fortezza di Novae in Bulgaria

Ricostruzione della fortezza

Anno 45 d.C., la legione Legio VIII Augusta, una volta sconfitti i Traci, stabilisce il forte permanente di Novae nella parte settentrionale dell'odierna Bulgaria per presidiare la zona del basso Danubio. 
È estate, il Primo Pilus (il centurione più alto in grado) sogna un bicchiere di vino freddo. Chiama un attendente e gli ordina di andargli a prendere in frigorifero del vino fresco.

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Questo è quello che potrebbe verosimilmente essere accaduto in un lontano passato in questo luogo; sì perché un team di archeologi ha ritrovato una primitiva versione di un frigorifero. 
In una delle "stanze" della caserma, è stato trovato, attorno a un tubo di piombo nel quale scorreva l'acqua fredda proveniente dal pozzo, un contenitore di piastre di ceramica al cui interno sono stati ritrovati resti di stoviglie e di cibo. Questo contenitore, opportunamente isolato dall'esterno, veniva quindi raffreddato al suo interno tramite il passaggio dell'acqua fredda all'interno della tubazione.



domenica 17 settembre 2023

Il centurione Gaio Crastino

 

Gaio Crastino, nato nel 85 a.C., iniziò la sua carriera militare nel 65 a.C., servendo nell'VIII e nella IX Legione, fu poi trasferito nel 61 a.C. nella X Legione con il grado di centurione. Servì poi sotto Giulio Cesare come primipilo della X legione durante la guerra gallica, dove fu presente durante la Battaglia di Alesia e durante lo scontro con gli Elvezi.

Allo scoppio della guerra civile, fu richiamato da Cesare nella X legione, con il grado di Centurione. Morì durante la battaglia di Farsalo del 48 a.C. in modo eroico, tanto che Cesare stesso lo ritiene degno di essere citato nel suo De bello civile. Di seguito riporto gli estratti del commentario che lo riguardano.


«C’era nell'esercito di Cesare un richiamato di nome Crastino, che l’anno precedente aveva militato con lui come primipilo della decima legione, uomo di straordinario coraggio. Costui, appena fu dato il segnale, gridò: “Seguitemi, voi che mi siete stati compagni di manipolo, e date al vostro comandante l’aiuto che gli avete promesso. Resta solo questa battaglia: finita questa, Cesare recupererà la sua dignità e noi la nostra libertà”. E guardando Cesare: “Oggi, vivo o morto, farò in modo che tu mi sia grato”. Detto ciò, si slanciò per primo dall'ala destra e lo seguirono volontari circa centoventi soldati scelti.»

«In quella battaglia Cesare non lamentò la perdita di più di duecento soldati, ma perse circa trenta centurioni, uomini valorosi. Mentre combatteva valorosamente fu ucciso anche Crastino, che sopra abbiamo ricordato, colpito in pieno viso da un colpo di spada. E non aveva detto il falso andando in battaglia. Cesare infatti pensava che in quella battaglia il valore di Crastino fosse stato straordinario e riteneva di dovergli, per i suoi meriti, una grandissima riconoscenza.»


Lo storico Appiano riporta che, dopo la battaglia, Cesare in persona tributò il caduto con solenni riti funebri, e che fece erigere un altare in suo onore.




Fonte: De bello civili; Wikipedia


The place of the first landing of Caesar's fleet in Britain


Based on new evidence, a team of archaeologists from the University of Leicester suggests that the first landing of Julius Caesar's fleet in Britain took place in 54 BC. at Pegwell Bay, on the Isle of Thanet, the north-eastern tip of Kent.

 This location corresponds to Caesar's account of his landing in 54 BC, with three clues to the topography of the landing site that are consistent with his landing at Pegwell Bay: its visibility from the sea, the existence of a large open bay, and the presence of higher terrain nearby. Dr Fitzpatrick explained: "Sailing somewhere between Boulogne and Calais, Caesar says that at dawn they saw Britain in the distance on the port side. As they sailed in front of the cliffs of Dover, Caesar can only describe the white cliffs of chalk around Ramsgate, as they were illuminated by the rising sun. Caesar describes how the ships were left anchored on a flat, open coast and how they were damaged by a great storm. This description is consistent with Pegwell Bay, which is now the largest bay of the east coast of Kent and is open and flat. The bay is large enough for the entire Roman army to land on the single day described by Caesar. Caesar also describes how the Britons had gathered to oppose the landing but, taken by surprise by the size of the fleet, hid on higher ground. This is consistent with the higher terrain on the Isle of Thanet, around Ramsgate. These three clues to the topography of the landing site, namely the presence of cliffs, the existence of a large open bay and the presence of higher ground nearby are consistent with the 54 BC landing. occurred in Pegwell Bay."

The University of Leicester project, funded by the Leverhulme Trust, was motivated by the discovery of a large defensive ditch during archaeological excavations carried out before the construction of a new road. The shape of the moat at Ebbsfleet, a hamlet of Thanet, is very similar to some Roman defenses of Alésia in France, where in 52 BC. the decisive battle of the Gallic war took place. The site, at Ebbsfleet on the Isle of Thanet in north-east Kent, overlooking Pegwell Bay, is now 900 meters inland but at the time of Caesar's invasions was closer to the coast. The ditch is 4-5 meters wide and 2 meters deep and is dated via ceramic and radiocarbon dating to the 1st century BC. The size, shape, date of Ebbsfleet's defenses and the presence of iron weapons including a Roman pilum (javelin) suggest that the Ebbsfleet site was once a 1st century BC Roman base. whose main purpose was to protect the ships of Caesar's fleet, docked on the nearby beach.

                                   

                                                


Source: University of Leicester

 https://phys.org/news/2017-11-evidence-julius-caesar-invasion-britain.html

 

sabato 16 settembre 2023

Dove sbarcò Cesare per invadere la Gran Bretagna?

 

Sulla base di nuove prove, un team di archeologi dell'Università di  Leicester suggerisce che il primo sbarco della flotta di Giulio Cesare in Gran Bretagna ebbe luogo nel 54 a.C. a Pegwell Bay, sull'isola di Thanet, la punta nord-orientale del Kent.

Questa posizione corrisponde al racconto di Cesare del suo sbarco nel 54 a.C., con tre indizi sulla topografia del sito di sbarco che sono coerenti con il suo sbarco a Pegwell Bay: la sua visibilità dal mare, l'esistenza di una grande baia aperta e la presenza di terreno più elevato nelle vicinanze. Il dottor Fitzpatrick ha spiegato: "Navigando da qualche parte tra Boulogne e Calais, Cesare dice che all'alba videro la Gran Bretagna in lontananza sul lato sinistro. Mentre salpavano di fronte alle scogliere di Dover, Cesare non può che descrivere le bianche scogliere di gesso intorno a Ramsgate, mentre  venivano illuminate dal sole nascente. Cesare descrive come le navi furono lasciate ancorate su una costa piana e aperta e come furono danneggiate da una grande tempesta. Questa descrizione è coerente con Pegwell Bay, che oggi è la baia più grande della costa orientale del Kent ed è aperta e piatta. La baia è abbastanza grande perché l'intero esercito romano potesse sbarcare nel solo giorno descritto da Cesare. Cesare descrive anche come i Britanni si erano riuniti per opporsi allo sbarco ma, colti di sorpresa dalle dimensioni della flotta, si nascosero su un terreno più elevato. Ciò è coerente con il terreno più elevato dell'Isola di Thanet, intorno a Ramsgate. Questi tre indizi sulla topografia del sito di sbarco, ovvero la presenza di scogliere, l'esistenza di una grande baia aperta e la presenza di un terreno più elevato nelle vicinanze, sono coerenti con il fatto che lo sbarco del 54 a.C. avvenne nella baia di Pegwell."

Il progetto dell'Università di Leicester, finanziato dal Leverhulme Trust, è stato motivato dalla scoperta di un grande fossato difensivo durante gli scavi archeologici effettuati prima della costruzione di una nuova strada. La forma del fossato di Ebbsfleet, frazione di Thanet, è molto simile ad alcune difese romane di Alésia in Francia, dove nel 52 a.C. si svolse la battaglia decisiva della guerra gallica. Il sito, a Ebbsfleet, sull'isola di Thanet nel Kent nord-orientale, affacciato sulla baia di Pegwell, si trova ora a 900 metri nell'entroterra ma al tempo delle invasioni di Cesare era più vicino alla costa. Il fossato è largo 4-5 metri e profondo 2 metri ed è datato tramite ceramica e datazioni al radiocarbonio al I secolo a.C.. Le dimensioni, la forma, la data delle difese di Ebbsfleet e la presenza di armi di ferro tra cui un pilum romano (giavellotto) suggeriscono che il sito di Ebbsfleet fosse una volta una base romana del I secolo a.C. il cui scopo principale fosse quello di proteggere le navi della flotta di Cesare, attraccate sulla vicina spiaggia.





Fonte: Articolo dell'Università di Leicester 

https://phys.org/news/2017-11-evidence-julius-caesar-invasion-britain.html

Private letter of a Egyptian roman soldier

 

This letter from a soldier to his father is something very special. He was found in Egypt, but originally comes from Italy. Since there is no date in the text, it can only be dated on the basis of the paleography, which dates it to the 2nd century AD.

The papyrus leaf comes from the private collection of Berlin publisher and businessman Rudolf Mosse and came to the Berlin papyrus collection in 1894. It has writing on both sides and contains the letter on the front and the address on the back.

It is a letter of the soldier Apion to his father Epimachos in Philadelpheia in the Herakleidu Meris of the nome (district) Arsinoites in today’s Faijum. We learn that Apion was conscripted to the Roman fleet and served in Misenum in the Gulf of Naples. After arriving in Italy, he wrote his first letter to his father in the Arsinoites, which has survived in the arid climate of Egypt.

At this time Misenum was the port of the strongest Roman fleet. In addition to their military tasks, which consisted mainly in the protection of the sea routes, the marines also had a number of civilian tasks. For example, in Naples they had to provide sunshades to cover the colosseum. Apion reports in this letter that he has received 3 gold pieces, and at the end adds two important pieces of information for his father, namely the details of how he can be reached. As a Roman soldier, he has now also got a Latin name and is called Antonius Maximus. The ship on which he serves is called Athenonike. Although he had already sent both details through a certain Euktemon, he adds it here for safety’s sake and asks his father to use the Latin name if he answers.

In addition to the greetings that he sends to family members and friends, he also sends greetings from at least 4 other people, added to the left margin of the letter. Obviously Apion did not go abroad alone. He also asks his father for a letter and thanks him for the good education, which will hopefully helps him to make a rapid career. In addition, he briefly reports on his passage to Italy and mentions a danger on the sea, against which the god Serapis has protected him. Unfortunately, he gives no further details.

Posted by Lauriane Linemann on

https://berlpap.smb.museum/privatbrief-eines-soldaten/?lang=en

venerdì 15 settembre 2023

Lettera di un soldato romano egiziano

 Una vera lettera di un soldato romano 


Scritta nel II secolo d.c da un ragazzino di nome Apion di una piccola cittadina egiziana.

Si arruolò nell'esercito romano ad Alessandria, salì su una grande nave governativa e salpò per l'Italia. La nave superò una terribile tempesta.

Non appena  sbarcato,ricevuta la sua nuova uniforme e la paga, ando' a farsi dipingere in un quadro per la sua famiglia e lo inviò a casa insieme a questa lettera: 


"Apione a suo padre e signore Epimachos: Tanti auguri!

Prima di tutto spero che tu stia bene e che le cose vadano bene per te, mia sorella, sua figlia e mio fratello. Ringrazio il Signore Serapide [un dio egizio] per avermi salvato subito quando ero in pericolo in mare.

Quando sono arrivato a Miseno [il porto di guerra romano, vicino a Napoli], ho ricevuto tre monete d'oro dall'imperatore [Traiano?] come denaro per il viaggio, e sto bene.

Per favore, scrivimi una riga, mio ​​lord padre, sul tuo benessere, secondo su quello di mio fratello e mia sorella, e terzo in modo che io possa salutare devotamente la tua mano, perché mi hai educato bene e posso quindi sperare in una rapida promozione, gli dei volendo. Porta i miei saluti a Capiton [un amico] e mio fratello e mia sorella e Serenilla [una schiava di famiglia?] e i miei amici. Ti mando il mio piccolo ritratto tramite Euktemon. Il mio [nuovo]nome romano è Antonius Maximus.

Tutto il mio meglio!"

La lettera venne scritta in greco su papiro, non dal ragazzo stesso, ma da uno scrittore di lettere pubblico ingaggiato.

Due degli amici di Apion che si arruolarono con lui aggiunsero i loro saluti nel margine sinistro.

La lettera era originariamente piegata e sigillata.

Passò dall'efficientissima posta militare romana e arrivò sana e salva fino al piccolo villaggio in Egitto, dove la lessero il padre e la famiglia del ragazzo quasi duemila anni fa. Dopo la morte del padre, la lettera si perse tra i rifiuti domestici e gli archeologi la trovarono non molto tempo fa sotto le mura crollate della casa. Con essa c'era un'altra lettera scritta da Apion anni dopo a sua sorella dopo che era stato a lungo di stanza da qualche parte sulla frontiera romana e aveva moglie e figli. Questo è tutto ciò che sappiamo.


Fonte: post di Renzo Giuseppe Madia e Berliner papyrusdatenbank.

domenica 20 agosto 2023

Egnatia street: from Durraz to "Ad quintum" change station

 This summer I have travelled on a short piece of the ancient Romans Egnatia street, that connected the city of Durraz (Albania) to Constantinople.

The columns that show the beginning of Egnatia Street

The first mosaic nearby the 2 columns 

The second one

Egnatia street was build in the II century before Christ by Gneo Egnatius, proconsul of Macedonia. During the street there were many change stations; these stations allowed the travelers to relax, having a bath in the thermal complex, enjoying a meal and to change their tired horses with new ones. All these services were for free, but the traveler, to enjoy what described before, had to have a particular document, a sort of "VIP pass". Obviously, the main travelers who enjoyed these kind of stations were military or political messengers. 

I have visited the station of "ad quintum", that was built in the II century after Christ. It consists in a thermal complex, a garden and a room where to enjoy meals. Unfortunately the site nowadays is almost abandoned, as you can see in the following photos.


Dressing room


Hot steam room
Room where to eat and a second room where the water heater was placed

Calidarium (hot bath) room









giovedì 17 agosto 2023

Via Egnatia: da Durazzo alla stazione di cambio Ad quintum


Le colonne che segnano l'inizio della via Egnazia

 Questa estate ho percorso un pezzettino della via romana Egnazia, che andava da Durazzo a Costantinopoli.


I 2 mosaici vicino alle colonne

La via Egnatia è stata costruita nel 2 secolo a.C. da Gneo Egnatius, proconsole di Macedonia.
Nel corso della strada erano situate diverse stazioni di cambio; queste stazioni permettevano ai viaggiatori di riposarsi, usufruendo gratis delle terme, di cibo, e del cambio dei cavalli. Per usufruire di questo servizio il viaggiatore doveva disporre di una sorta di lasciapassare. Va da sé che il maggior utilizzatore di queste "aree di sosta" erano messaggeri militari o politici della Repubblica/impero.

Io ho visitato la mutatio di Ad quintum, che consisteva in un impianto termale, un giardino e un area per poter mangiare. Questa area risale al II secolo d.C.. Purtroppo, come vedrete dalle immagini, la struttura è praticamente abbandonata.

Stanza del calidarium

Stanza "da pranzo" e area di posizionamento della caldaia

Area del "bagno di vapore"

Spogliatoio


 







La domus di un veterano

 Nella città rumena di Alba Iulia, il cui nome latino era Apulum (il più importante centro urbano della Dacia e sede della fortezza legionaria della Legio XIII gemina) è stata ritrovata una villa con riscaldamento a ipocausto e delle terme private.

Questa villa era di proprietà di un veterano della cavalleria romana, originario dell'area Balcanica, così come attestato dal ritrovamento del diploma di congedo emesso nel II secolo d.C.. Proprio grazie a questo riconoscimento il soldato ottenne per se e la sua famiglia, e i propri discendenti, la cittadinanza romana, oltre ad una "liquidazione".



Fonte: Rielaborazione dell'articolo di Federico Bernardelli Curuz su www.stilearte.it  https://www.stilearte.it/straordinario-scoperta-a-alba-iulia-la-ricca-domus-di-un-veterano-romano-e-il-diploma-che-concedeva-privilegi-a-lui-alla-moglie-e-ai-6-figli/

lunedì 20 marzo 2023

Costituzione dell'esercito di Cesare in Gallia

 L'esercito di Cesare che fu impegnato nella guerra gallica era costituito da un totale di circa 40 mila soldati, così suddivisi:

- Dal 58 a.C. al 57 a.C. circa: Legione VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV, più la Cavalleria romana.

- Dal 57 a.C. al 54 a.C. circa: l'esercito è  formato dagli effettivi riportati nel punto precedente più gli ausiliari galli e germani.

- Dal 54 a.C. fino al termine della guerra: l'esercito è formato dagli effettivi riportati nel punto precedente, ma vede l'aggiunta della legione XV, legione I, e la ricomposta legione XIV (annientata in Britannia nel 53 a.C.). Anche la legione I fu reclutata per far fronte alle grosse perdite subite, sempre in Britannia, dalla legione VI.


Si fa presente che le legioni I, X, XI, XII, XIII,XIV e XV erano costituite da reclute.


Fonte: "Infografica della Roma antica" di Guillerat e Scheid

domenica 5 marzo 2023

Resti di palizzata difensiva romana

 Vicino alla località di Bad Ems, presso Francoforte sul Meno, hanno ritrovato i resti delle fortificazioni utilizzate per l'assedio di Alesia da Giulio Cesare che ha avuto luogo nel 52 a.C.. In particolare sono state ritrovate parti della palizzata accuminata posta a difesa del campo romano. Ecco come le descrive Cesare nel suo De Bello Gallico: "Per questo tagliavano tronchi d’albero o rami, piallavano e affilavano le estremità, realizzavano fosse profonde, la cui profondità era di cinque piedi. Le punte dei rami erano poste in file di cinque, così unite e intrecciate che chi chiunque fosse entrato, rimaneva infilzato da quegli speroni acutissimi” (De bello Gallico, VII, 72-74).

Foto dei resti 


Ricostruzione opere difensive 

Per vedere come si svolse l'assedio di Alesia, vi invito a cliccare sul presente link di Wikipedia.




martedì 21 febbraio 2023

Nero and the expedition to the source of the Nile

Seneca tells us that in the 63 A.D. the Emperor Nero organized a mission to reach the source of the Nile river. This mission was born for 2 reasons: exploring the area and evaluating the territorial wealth. This expedition was the first one to reach the equatorial Africa from Europe. It was formed by centuriones, soldiers and cartographers. From Rome they reached the Egypt and started to follow the course of the Nile. When they reached the city of Meroe, in the kingdom of Kush (nowadays south of Egypt and north of Sudan), they met the king of Ethiopia. He helped the Romans and was able to ensure them a safety travel trough the kingdoms nearby. Thanks to this help the expedition reached the Lake No (south of Sudan) and the waterfalls of Murchison, near Lake Alberto that is formed by the White Nile, that flows in the Lake Victoria.



The ancient Romans and the Chinese

The ancient Romans keeps in touch with the Chinese for commercial purposes during the II century B.C., through the "Silky way". In the 130 B.C. there was the first chinese embassy that, however, reached only the lands of the Asia Minor. The ambassador was Zhang Quian, who started this travel as a wish of the Emperor Han Wudi. The first chinese embassies reached Roma under the emperor Octavian Augustus (27 B.C.- 14 A.C.).

The first roman embassy in China was in the 166 A.D., when Marcus Aurelius was Emperor.

We have a testimony of the Chinese general Cheng Tang recorded during the war against the Huns, in the 35 B.C.. He talks about some chosen unit of mercenaries that was fought in a complex disposition, as they were fish scales. This description made historicians think  that that Huns unit could be formed by Roman legionnaires captured during the battle of Carre, under the leadership of Crasso, and used as mercenaries. A genetic research made in 2005 by Nina Strochlic in the Chinese village of Li-Jien shows how the inhabitants have the 56% of their DNA in common with caucasian people. 

lunedì 20 febbraio 2023

Riflessione sulla busta paga di un legionario ritrovata da poco

Recentemente è stata rinvenuta una pergamena che può essere considerata come una busta paga di un legionario del 72 d.C.. Questo prezioso documento è stato scoperto in Giudea, in una fortezza a 100 km da Gerusalemme. Nell'articolo (trovate il link qui sotto) si dice che i legionari dovevano pagare per usufruire di alcuni beni considerati "accessori", come la biada per il cavallo o dei nuovi stivali. Tali spese venivano sottratte dallo stipendio fisso corrisposto al soldato. 

A mio modesto parere l'articolo è inesatto, perché da Mario (100 a.C.) qualsiasi cittadino romano poteva arruolarsi ricevendo attrezzature e stipendio dallo Stato. Probabilmente il legionario a cui si fa riferimento nell'articolo era un ausiliario facente parte della cavalleria. Costui, non essendo cittadino romano, ma arruolato a partire da un gruppo etnico precedentemente conquistato dai romani, aveva sì diritto a percepire uno stipendio, ma non a ricevere gratuitamente tutte le forniture militari. 

https://tecnologia.libero.it/ritrovata-antichissima-pergamena-preziose-informazioni-67795

giovedì 9 febbraio 2023

Un legionario comasco

 Caio Castricius Vincitore, cittadino romano di origine gallica nato a Como, era un soldato della Legione II Adiutrix, facente parte della centuria di Marco Turbonis. Visse nel II secolo d.C. e morì a Aquincum (odierna Budapest) a 38 anni, dopo 14 anni di servizio.

Fonte: lapide funeraria conservata a Budapest



LA MISSIONE ESPLORATIVA ROMANA VERSO LA SORGENTE DEL NILO

 Intorno al 62 d.C. Seneca racconta che Nerone aveva inviato una spedizione volta a raggiungere la sorgente del Nilo, in modo da valutare anche le ricchezze di quei territori. Tale spedizione fu la prima che si spinse dall’Europa all’Africa equatoriale.

Gli emissari da Roma (tra cui dei centurioni) probabilmente raggiunsero l’Egitto, da cui iniziarono a seguire il corso del Nilo, fino alla città di Meroe, nel regno di Kush (odierno sud Egitto e nord Sudan). Qui, sempre secondo Seneca, incontrarono il re di Etiopia che fornì loro aiuto, anche tramite la benevolenza degli altri regnanti locali. Grazie a questo supporto la spedizione raggiunse il lago No (a Sud del Sudan) e, successivamente, alle cascate Murchison, che si trova vicino al lago Alberto, formato dal Nilo bianco, emissario del lago Vittoria.



lunedì 6 febbraio 2023

GLI ARCIERI DELL'ESERCITO ROMANO

 Gli arcieri facevano parte delle truppe ausiliarie dell’esercito romano ed, in quanto tali, non erano formate da cittadini romani, ma provenivano dai territori occupati da Roma. Ai tempi di Cesare, per esempio, erano Cretesi, mentre successivamente provenivano dall'Asia minore. Gli arcieri erano raggruppati in piccole unità, facili da spostare sul campo di battaglia. Questi soldati combattevano con archi compositi realizzati con legno, ossa, corno e tendini; erano forti, potenti e elastici. Contro nemici non armati usavano frecce a testa larga per massimizzare i danni; per affrontare le truppe corazzate usavano invece frecce più strette e appuntite, in grado di perforare le armature. La gittata massima disponibile era in media di circa 200 metri.

A seconda del comandante della situazione questo corpo ausiliario veniva utilizzato in modi diversi. Sotto Cesare era utilizzato prevalentemente per proteggere il resto dell'esercito; sotto Vespasiano ebbero un ruolo più offensivo.

Fonte: Articolo di Crono News e saggistica sull'esercito romano 

GLI ANTICHI ROMANI E I CINESI

 Gli antichi romani iniziarono ad entrare in contatto con i cinesi in modo indiretto, tramite la via commerciale detta “via della seta" a partire dal II secolo a.C.. Successivamente, nel 130 a.C., ci fu un’ambasciata da parte di Zhang Quian, per conto dell'imperatore Han Wudi. Questa prima missione diplomatica arrivò, tuttavia, solo fino all'Asia minore. 

Per avere un primo vero e proprio contatto tra i Cinesi e Roma dobbiamo aspettare l’imperatore Ottaviano Augusto.  Durante questo periodo (27 a.C-14 d.C.) ci furono i primi emissari cinesi a Roma. 

Nel 166 ci fu la prima ambasciata romana in Cina, probabilmente sotto Marc'Aurelio.

È interessante notare come nel resoconto di una vittoria del generale cinese Cheng Tang contro gli Unni nel 35 a.C. si parli di mercenari, in forza agli Unni, di altra etnia e aventi una strategia di combattimento complessa “a scaglie". Si ipotizza che questi soldati possano essere stati legionari romani superstiti della battaglia persa da Crasso a Carre. Ipotesi che sembrerebbe essere avvalorata dal risultato della ricerca genetica svolta nel 2005 nel villaggio cinese di Li-jien da Nina Strochlic. La ricerca evidenzia come gli abitanti attuali abbiano il 56% del loro DNA di origine caucasica.